Riccardo Quaglia: “Nell’era dell’iper-informazione i contenuti autoprodotti, innovativi e di qualità fanno la differenza”

Riccardo Quaglia

IQUII Sport ha incontrato Riccardo Quaglia, Head of Digital presso Lega Nazionale Pallacanestro. Ci ha raccontato del suo percorso di carriera, e insieme abbiamo toccato alcuni tra gli argomenti di più stretta attualità in tema di sport digital communication: dall’importanza di una gestione accurata e rapida dei contenuti al ruolo ricoperto oggi dalle piattaforme OTT, passando per Media Hub e strumenti di gamification.

 

Salve Riccardo, grazie per averci incontrato. Su Sport Thinking, il Brand Magazine di IQUII Sport, trattiamo delle evoluzioni in corso nel mondo dello Sport Business, ed è un piacere poter parlare con un professionista come te. Ci puoi raccontare il tuo percorso di carriera fino a questo momento?

“Buongiorno, piacere mio: innanzitutto vi ringrazio per l’opportunità e vi faccio i miei complimenti per la bella iniziativa. Ho 32 anni, e circa 9 di esperienza in digital e sport business. Dopo l’università ho fondato una mia agenzia di comunicazione, con la quale abbiamo seguito progetti online e offline. Dopo circa 4 anni, però, ho avuto l’occasione di unire la mia grande passione per il basket con il mio lavoro, e quando mi è arrivata la chiamata da parte di LNP in qualità di Head of Digital, ho accettato al volo senza pensarci due volte. Ad oggi sono ancora qui con la stessa energia e carica del primo giorno.”

Come hai appena detto, attualmente ricopri il ruolo di Head of Digital presso Lega Nazionale Pallacanestro: quali sono le principali responsabilità del tuo lavoro, e quali le sfide più impegnative?

“È un ruolo molto dinamico: a me piace parlare al plurale, perché siamo un team perfettamente allineato che, in questi anni, ha conseguito traguardi mai raggiunti prima. Le principali responsabilità del mio team sono la gestione (contenuti, strategie e analisi performance) e manutenzione del sito internet, della piattaforma streaming, dei social media e del social advertising. Inoltre, personalmente, mi occupo anche di gestione dei fornitori e dei partner, sempre lato digital. Non ho dubbi che la sfida più impegnativa sia quella di migliorarsi giorno dopo giorno e di stare al passo con le nuove tecnologie, perché – soprattutto nel nostro mondo dello sport business – chi resta indietro è perduto.”

Uno dei pilastri della rivoluzione in corso nello Sport Business riguarda il mondo della comunicazione: le organizzazioni sportive si stanno trasformando in Media Company formando dei veri e propri Media Hub, pensati per coinvolgere la fanbase attraverso la creazione di contenuti esclusivi ed autoprodotti. Ci racconti la tua visione circa l’evoluzione a cui stiamo assistendo?

“Questa è un ottima osservazione, concordo pienamente e sono felice e orgoglioso di far parte di questa evoluzione che in altri Paesi è in corso già da anni, basta osservare gli sport americani. Club, federazioni e organizzazioni sportive hanno l’obbligo di essere aggiornati e al passo con i trend del momento: in questa era, in cui l’utente/fan è bombardato da infinite informazioni, avere dei contenuti autoprodotti, di qualità e fatti su misura per il proprio target è una mossa vincente che non fa altro che fidelizzare il tifoso stesso. Chi ha i contenuti migliori e più innovativi oggi fa la differenza, e un’organizzazione sportiva che vince sul campo è molte volte vincente anche nell’ambito della comunicazione e del marketing: vedi ad esempio la Juventus, di cui sono grande tifoso, con la campagna “Tender Mister #NoGood” che è stata premiata agli ultimi sports marketing awards. Ma reputo indispensabile per permettere tutto ciò maggiori investimenti in infrastrutture, in tecnologie e in professionisti.”

La gran parte dei contenuti oggi prodotti è destinata ai social media: in IQUII Sport studiamo le dinamiche del mondo del basket su tali piattaforme grazie al nostro “The Basketball League” Report, l’analisi delle squadre e dei giocatori di LBA Serie A e LNP Serie A2 Ovest ed Est sui principali canali online. Quali sono, a tuo parere, i contenuti in grado di creare maggior engagement su tali piattaforme, e su quali canali focalizzate maggiormente la vostra attenzione?

“Nel nostro mondo i contenuti che creano maggior engagement sono sicuramente i video inediti e i “dietro le quinte”, quei contenuti che creano un legame con il tifoso/utente, ma anche l’utilizzo di strumenti che più si avvicinano alla gamification – come sondaggi e quiz – ci portano ottimi risultati. La ricetta segreta molte volte è la rapidità, se pubblichi qualcosa di inedito e interessante prima di altri, avrai molto più successo. Vista l’importanza che oggigiorno ricoprono questi strumenti, da qualche anno in LNP abbiamo anche stanziato un budget proprio per il social media marketing (credo sia fondamentale per la brand awareness, la brand reputation e l’engagement) che ci permette di veicolare i contenuti secondo il target di riferimento: dietro, c’è uno studio attento sulle misurazioni dei vari KPIs. I canali che maggiormente utilizziamo in LNP sono quelli tradizionali, quindi Facebook, Instagram, Twitter e YouTube, ma da poco anche Telegram.”

Spesso, su Sport Thinking, ci è capitato di analizzare l’impatto che il mobile ha oggi sui flussi di informazione e dunque sul modo di fare comunicazione. A tal proposito, LNP si è dotata di “LNP TV Pass”, un’app che consente agli utenti di fruire di contenuti multimediali, live e on demand: ci racconti da dove è nata la scelta di fornire un servizio OTT? In tal senso, quali pensi saranno gli sviluppi futuri di questo mercato?

“Il progetto è nato nel 2015 e ci tengo a ricordare che è stata la prima offerta di streaming in Italia per la pallacanestro. In LNP abbiamo intravisto un potenziale nei contenuti OTT in confronto alla TV tradizionale, e abbiamo capito che, oltre a disegnare una nuova offerta multimediale per i dispositivi mobili, poteva rappresentare un nuovo modello di business efficiente: per questo motivo abbiamo deciso di scommetterci. Non è stato facile. Come potete immaginare, ci eravamo posti l’obiettivo di trasmettere live oltre 500 partite all’anno di un campionato non professionistico, ma grazie alla perseveranza e al lavoro dei nostri partner tecnologici e dello staff LNP (dal Responsabile Comunicazione Stefano Valenti al Segretario Generale Massimo Faraoni, al Presidente Pietro Basciano e il presidente di LNP Servizi Fabio Manca) siamo riusciti a creare una piattaforma che in questi 4 anni ha raggiunto quasi 1.000.000 di utenti unici, nella stagione in corso un totale di 2.1 milioni di pagine visualizzate e circa 25.000 GB di contenuti video. Numeri che crescono di anno in anno. Proprio in questo periodo abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, firmando un contratto con il nostro nuovo partner di streaming VIEWLIFT, azienda americana leader del settore, comandata dal patron dei Washington Wizard Ted Leonsis che da poco è entrata in Europa, e grazie al VP Sales Fabio Gallo hanno deciso di investire in LNP per offrire una soluzione senza paragoni in Italia. LNP PASS sarà disponibile su App Store e Google Play per Android, Roku, Apple TV e Amazon Fire TV e successivamente su tutte le smart TV con un’app dedicata, e avrà tutti i più comuni metodi di pagamento per garantire all’utente la migliore user experience possibile. Ci aspettiamo, inoltre, tra il 50 e il 60 per cento della video consumption da dispositivi Mobile (smartphone e tablet). Il futuro, a mio parere, sarà rappresentato da servizi e offerte sempre più personalizzate sugli interessi dell’utente e credo che in un futuro non troppo lontano cambieranno anche i modelli di business di queste piattaforme, che dovranno ricorrere ad altre opzioni di monetizzazione, come la pubblicità.”
Grazie a Riccardo Quaglia per il tempo dedicatoci. Noi, intanto, continueremo a seguire sui social network le attività della Lega Nazionale Pallacanestro con molto interesse.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*