Siamo con Marco di Noia, Social Media Manager delle Nazionali Italiane di Calcio. Seguiamo le attività della FIGC e gli abbiamo chiesto, quindi, quest’intervista per parlarci del proprio lavoro e della sua visione sulle evoluzioni della Sport Industry, soprattutto in funzione delle esigenze del Sistema Calcio. Ma, anche, in funzione delle nuove strategie delle società sportive, sempre più media company, con l’obiettivo del fan engagement per creare opportunità di pubblicità, sponsorizzazione e monetizzazione.
Salve Marco, prima di tutto grazie per aver accettato di rilasciarci questa intervista. Nello scenario attuale, che evidenzia lo SportTech come nuova tendenza, nasce Sport Thinking, il Brand Magazine di IQUII Sport che ha l’obiettivo di rappresentare, attraverso una nuova vision, un punto di osservazione ed approfondimento sull’innovazione in ambito Sport Business, sul cambiamento in atto e sulle nuove dinamiche del settore. Lei è un professionista della comunicazione, qual è stato il suo percorso personale?
“Sono laureato in Scienze della Comunicazione (triennale) e Giornalismo (specialistica), e ho conseguito un dottorato di ricerca in Culture e Letterature Comparate. Ho iniziato a lavorare nel giornalismo sportivo a 20 anni, durante gli anni universitari, muovendo i primi passi a Telelombardia, quindi ho collaborato per diverse riviste di settore, un’agenzia stampa e sono stato per quattro anni addetto stampa del CR CONI della Lombardia, collaborando anche con l’ufficio comunicazione del Golden Foot Award di Monte Carlo per due edizioni. Ho iniziato a lavorare sulle piattaforme digitali della FIGC a inizio 2010, con la nascita di www.vivoazzurro.it, e poi con l’apertura del primo account social azzurro (la pagina Facebook, nel 2012). Ad oggi, la community on-line delle Nazionali di Calcio conta oltre 7,5 milioni di utenti.“
Come si sviluppa il suo lavoro, all’interno della Federazione Italiana Gioco Calcio? Quali sono le principali attività di cui si occupa e che coordina?
“I social media delle Nazionali di Calcio sono inseriti nell’ufficio Vivo Azzurro, coordinato da Paolo Arsillo, che gestisce anche le iniziative off-line di relazione con i Tifosi (Card, Fan Match, Villaggi Azzurri ecc.) e il canale video della FIGC. Personalmente, mi occupo di coordinare la produzione e la pubblicazione dei contenuti per il sito www.vivoazzurro.it e per i social media delle Nazionali di Calcio: dai testi, alle infografiche, alle campagne web – che realizziamo specialmente in occasione dei grandi eventi sportivi – e, naturalmente, alle interazioni con gli atleti durante i raduni.”
Come si evolve il modello di informazione di una realtà come la vostra, in rapporto al digitale, ai new media e ai nuovi strumenti di comunicazione?
“Si evolve come nelle altre grandi realtà sportive, che siano club, atleti o media di settore. Con la grande e sostanziale differenza che una Federazione, anche sul web, ha il dovere di promuovere l’etica sportiva e i suoi valori positivi. Un compito prioritario rispetto alla viralità e ai potenziali introiti consequenziali. Uno dei nostri obiettivi principali è quello di portare visibilità a tutte le nazionali calcistiche italiane: alle selezioni maschili come a quelle femminili, fino a quelle di futsal e beach soccer. In questo, i new media sono di grande aiuto per immediatezza, efficacia e dimensioni dell’audience.”
Brand Journalism e Brand Entertainment. Le aziende, come detto, in primis quelle sportive, si stanno trasformando in vere e proprie media company, per generare contenuti da diffondere sfruttando le nuove tecnologie, organizzandosi e strutturandosi come delle redazioni. Fabio Guadagnini al Milan, l’Inter con la Media House, sono esempi italiani di un nuovo modo di fare comunicazione, strutturato sulle dinamiche dell’informazione, sfruttando i nuovi strumenti (social media, soprattutto) e le nuove tecnologie (Virtual Reality, Mixed Reality, tra le altre), per diffondere contenuti in format di vario tipo, per intrattenere e intercettare i propri target e creare nuove e sempre più immersive Brand Experience. Qual è il suo parere, in tal senso? In che direzione si sta andando, a suo modo di vedere? Quanto è importante, per le aziende sportive, la visione che può portare un profilo con grandi competenze giornalistiche?
“Credo che i social media manager di realtà note, con un ampio seguito di utenti, non possano prescindere dal possedere delle competenze giornalistiche. Accrescere l’empatia con la propria community, e il cosiddetto ‘fiuto per la notizia’, aiuta a valutare quei contenuti che possono risultare virali e quelli che invece potrebbero creare problematiche d’immagine o essere strumentalizzati dai media. Va da sé che tutto ciò non può prescindere da conoscenze teoriche, pratiche e dal costante aggiornamento professionale, specialmente per ciò che riguarda le nuove tecnologie per la creazione e la diffusione dei contenuti.”
Il supporter al centro di tutto, abbiamo sottolineato. Sport Tech, Arena Digitale, Realtà Virtuale, sono solo alcuni dei temi più attuali. Come si lavora per ‘accontentare’ il Fan 4.0?
“Credo che alla base di ogni strategia, non soltanto digitale, ci siano la messa a fuoco degli obiettivi che si intendono raggiungere e l’identificazione dello scenario in cui ci si muove, in termini di risorse, attori agenti, concorrenza, ecc. Quindi, per ‘accontentare’ il Fan 4.0, bisogna prima conoscerlo; solo così possono essere identificati i trend tecnologici da sfruttare – compatibilmente con il precedente scenario – per incuriosirlo e generare ‘engagement’. Non ultima, serve una buona dose di flessibilità nella pianificazione strategica, dato che le piattaforme e le mode digitali cambiano e si evolvono con sorprendente velocità.”
Ringraziamo Marco di Noia per il suo prezioso contributo. Continueremo a seguirlo sui social network e sui canali ufficiali della FIGC.
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